Brucchi: «Cultura sì, non gli schiamazzi». I controlli Arta sui locali proseguono

TERAMO – La chiusura a tempo indeterminato del circolo culturale Officine Indipendenti fa divampare la polemica e, complice il periodo pre-elettorale, riporta alla ribalta il problema delle notti teramane, quando queste si traformano in schiamazzo, disturbo o, peggio, danneggiamenti. Da più parti, soprattutto dai partiti di centrosinistra, arriva l’attacco diretto al sindaco Brucchi, competitor elettorale, perchè riveda il provvedimento legato al disturbo della quiete pubblica e addirittura lo revochi. Su questo aspetto lo stesso primo cittadino è categorico: «Nessuno vuole impedire l’attività culturale – sostiene Brucchi – ma altra cosa è lo schiamazzo. Chi non rispetta le regole viene sanzionato, perchè deve esserci rispetto anche per il resto del… mondo civile. Vorrei che gli altri candidati sindaco che si sono espressi in queste ore dicessero chiaramente: siamo per gli schiamazzi notturni. Perchè i loro interventi sulla vicenda questo denotano». Il primo cittadino chiarisce di aver incontrato gli iscritti di Officine Indipendenti: «Abbiamo spiegato loro la natura del provvedimento, che è applicazione di un decreto nazionale e che non vuole essere assolutamente punitivo dell’attività culturale che non c’entra niente. Tanto è vero che l’amministrazione si è messa a disposizione per individuare e concedere un luogo pubblico come Santa Maria a Bitetto, affinchè potessero tenere comunque il loro spettacolo previsto per domani».
Cosa dice il decreto sui decibel. Valori sforati di molto. I tecnici dell’Arta hanno rilevato un cosiddetto "diferenziale" di decibel molto superiore ai 3 consentiti e previsti dal decreto del 1997 che stabilisce le regole delle emissioni sonore nei locali pubblici. Il "differenziale" viene calcolato attraverso una formula matematica che sottrae il rumore residuo dal rumore ambientale. Nell’orario notturno (tra le 22 e le 6 del mattino) non devono essere superati appunto i 3 decibel, 5 invece di giorno (dalle 6 alle 22). Da qui il provvedimento inevitabile di chiusura, anche se si tratta del primo e unico intervento di controllo e della prima e unica trasgressione.
C’è un calendario di controlli nei locali. Il controllo eseguito a Officine Indipendenti, nella sede di via Vezzola, non è stato e non sarà caso isolato. Il Comune e l’Arta hanno tenuto un incontro nelle settimane scorse in cui è stato stilato un calendario di controlli che sono in corso e proseguiranno in tutti i locali pubblici, indipendentemente dalle segnalazioni dei cittadini. Tutto questo viene svolto nell’ambito del rispetto dell’ordinanza comunale che permette le emissioni musicali fino alle una dalla domenica al giovedì e fino alle due al venerdì e al sabato. Che non significa che nei locali è permesso mettere musica "a palla", in spregio di chi vive nei dintorni.
Brucchi: «Rispetto di tutti nel rispetto per tutti». E sull’aspetto degli schiamazzi notturni il sindaco è stato chiaro. «La più recente riunione con i titolari di esercizi pubblici, in particolare del centro storico, era stata fruttuosa e impostata al reciproco rispetto. Da quell’incontro è emersa la volontà comune di trovare un punto d’incontro per salvaguardare i diritti di ognuno, commercianti, clienti e residenti. Ebbene, molti hanno mantenuto l’impegno e osservano con precisione l’ordinanza, altri no. I controlli ci sono: chi è nelle regole non ha nulla da temere, chi è fuori si assume le responsabilità. Nessun accanimento: c’è un modo in tutte le cose. Se fai musica in maniera aderente alle regole ti viene permesso, altrimenti no. Ci sono anche anche altri diritti da tutelare. Credo che sia condivisibile da chiunque, anche dai quei candidati sindaco che ultimamente si stanno agitando su questo. Se non sono d’accorso sul rispetto delle regole lo dicano chiaramente».
Le strade non sono bagni pubblici. «E’ chiaro che per aiutarci nel mantenimento del decoro urbano notturno c’è bisogno anche della responsabilità degli esercenti – ha proseguito Brucchi -. Faccio un esempio: se il locale deve chiudere all’una e si continua a somministrare bevande fino alle tre, il cliente in mancanza di un bagno perchè il locale nel frattempo ha chiuso, il suo bisogno lo fa per strada…».